Ma Bergamo non è l’ombelico del mondo. Ogni città ha le sue proposte culturali, nonostante le difficoltà economiche degli enti locali. Ad esempio, una scappata a Milano è d’obbligo per visitare la mostra dedicata ad Artemisia Gentileschi “Storia di una passione “ (Palazzo Reale) fino al 29 gennaio. Per la prima volta possiamo vedere l’intera produzione artistica di questa eccelsa protagonista del ‘600 europeo che ha dovuto aspettare oltre tre secoli per vedere riconosciuto il suo status d’Artista. Le donne-pittrici nella storia dell’arte si contano sulla punta delle dita. Artemisia era ricordata più per il processo per stupro intentato al collega di suo padre, Agostino Tassi, che per i suoi evidenti meriti pittorici. La mostra ripercorre tutte le fasi della sua vita artistica che si conclude a Napoli nel 1653, in pieno clima caravaggesco tra ombre e luci.
Merita un viaggio anche la mostra allestita a Palazzo Zabarella in Padova, intitolata “Il simbolismo in Italia”. A cavallo tra Otto e Novecento l’inconscio irrompe nell’arte e nulla sarà come prima. Gli artisti di quel periodo si cimentano in opere simbolo come Le due madri di Giovanni Segantini, la Maternità di Gaetano Previati, i dipinti di Pellizza da Volpedo, Morbelli, Casorati fino al confronto con la secessione viennese di Gustav Klimt. La rassegna elenca una serie di capolavori che narrano la storia di un movimento che esplora da vicino tutti gli stati d’animo dell’umanità.